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Bilancio di fine anno: abbiamo davvero creato la nostra realtà, oppure abbiamo solo vissuto la realtà che ci siamo trovati di fronte?

C’è un momento dell’anno in cui ci fermiamo. Dicembre è quel mese che, volenti o nolenti, ci mette davanti a una chiusura. Un ciclo si conclude, un altro si apre, e con esso arriva una domanda fondamentale: quest’anno ho vissuto la realtà che volevo o ho semplicemente attraversato quella che mi si è presentata davanti?

Questa domanda è un vero macigno. Se non vogliamo schiacciarci sotto il peso della sua complessità, dobbiamo prenderla nel modo giusto: non come un giudizio, ma come una vera e propria analisi. Un check-up del nostro anno, del nostro percorso e, più in grande, della nostra vita.

Il bilancio che conta: numeri, scelte e sensazioni

Facciamo un gioco. Chiudi gli occhi e immagina il tuo anno come un grande libro contabile. Da una parte ci sono i numeri: entrate, uscite, investimenti, spese impreviste. Dall’altra, ci sono le scelte: ciò che hai deciso di fare, ciò che hai rimandato, ciò che hai scelto di non affrontare. Infine, ci sono le sensazioni: la sicurezza, la paura, la stanchezza, la soddisfazione.

Ora apri gli occhi e chiediti: c’è coerenza tra questi tre elementi? I numeri raccontano una storia che riconosci? Le scelte hanno avuto un impatto su come ti senti oggi oppure hai semplicemente navigato a vista, lasciando che il mare della quotidianità decidesse la tua rotta?

Cosa ti dicono i tuoi soldi

Se vuoi fare un bilancio onesto, inizia dalle basi. Apri il tuo estratto conto. No, non girare lo sguardo. Fallo. Guardalo come se fosse una lettera scritta dalla te del passato alla te del presente.

Dove sono andati i tuoi soldi? Hanno seguito una strategia o si sono sparsi in mille rivoli senza una vera direzione? Hanno costruito qualcosa per te, per il tuo futuro, o sono evaporati nel flusso della vita quotidiana?

Fare questa analisi non significa condannarsi. Non significa dirsi “avrei dovuto risparmiare di più” o “ho fatto male i conti”. Significa osservare senza giudizio e, soprattutto, con la volontà di cambiare se necessario.

La percezione della sicurezza: un test semplice

La tua relazione con il denaro è scritta non solo nei tuoi estratti conto, ma anche nei tuoi cassetti e dispense. Apri la tua dispensa della cucina. È piena zeppa, quasi traboccante oppure è vuota e ti affidi agli acquisti quotidiani?

Questa semplice osservazione rivela molto su di te. Chi accumula scorte spesso cerca sicurezza attraverso le “riserve”. Chi tiene la dispensa vuota può avere una visione più immediata e spensierata della vita, ma forse sottovaluta l’importanza di accantonare per il futuro. Ecco perché è importante conoscere sé stessi anche in queste piccole abitudini.

Ikigai e l’equilibrio.

Il bilancio di fine anno non è solo economico. È anche personale. Ti sei mai chiesta quanto la tua vita professionale e personale siano allineate a ciò che davvero vuoi?

Gli orientali usano un concetto affascinante, l’Ikigai, che rappresenta il punto di intersezione tra:

  • Ciò che ami fare: la tua passione
  • Ciò in cui sei brava: la tua vocazione
  • Ciò di cui il mondo ha bisogno: la tua missione
  • Ciò per cui puoi essere pagata: la tua professione

Quando questi quattro elementi si sovrappongono, allora si dice che hai trovato il tuo Ikigai, la tua ragione di esistere. Il punto è: quanto del tuo tempo, delle tue scelte e del tuo denaro stanno contribuendo a costruire questo equilibrio?

Stai creando la tua realtà o stai solo reagendo? Il vero Successo è sentirsi padroni della propria vita.

Ed eccoci al cuore della questione. Guardando indietro a quest’anno, ti senti protagonista della tua vita o la comparsa in un film scritto da qualcun altro? Certo, nessuno ha il controllo su tutto. Ci sono imprevisti, difficoltà, cambiamenti improvvisi e gioie inaspettate. Ma la differenza sta nella capacità di avere un piano, una visione, una direzione. Avere un piano non significa essere rigidi, significa essere preparati. Significa sapere che, “Significa sapere che, se mai dovesse arrivare una tempesta, non dovrai costruire una barca in fretta, perché ne avrai già una pronta, se invece la tempesta non arrivasse potrai concederti una vacanza in barca.

Chiudere l’anno con un bilancio non significa prendere consapevolezza, riconoscere cosa ha funzionato, cosa può essere migliorato e cosa vogliamo portare con noi nel nuovo anno. A fine anno, ogni azione compiuta e ogni decisione presa si riflettono in un quadro più ampio, che spesso passa inosservato a causa della frenesia quotidiana. Ci sono scelte che hanno avuto un impatto tangibile, altre che si sono disperse senza lasciare traccia evidente, eppure qualcosa dentro di noi sa riconoscere se siamo in equilibrio o se stiamo solo reagendo agli eventi. Forse ci siamo prefissati degli obiettivi con entusiasmo, ma il tempo li ha scoloriti, rendendoli meno urgenti o facendoci dimenticare perché li avevamo scelti. Talvolta, ci accorgiamo che certe decisioni, che sembravano piccole, hanno prodotto effetti più profondi del previsto. Guardando indietro, è interessante notare se il nostro percorso sia stato guidato da una visione chiara o se ci siamo lasciati trasportare dalle circostanze. Quanto di ciò che è accaduto è stato il risultato di una pianificazione consapevole? E quanto è stato invece una risposta istintiva a ciò che la vita ci ha messo davanti?

La libertà finanziaria, mentale ed emotiva non si costruisce in un giorno, ma in una serie di scelte quotidiane. Non è mai troppo tardi per iniziare a creare la realtà che si desiderai. Forse questo è il vero augurio di fine anno che dovremmo farci: essere più consapevoli, più protagonisti e, soprattutto, più liberi.

Buon bilancio e buon nuovo inizio.

Cristina